Ilcorpodigrazia's Blog


La mia famiglia e gli altri animali
27/02/2007, 10:52
Filed under: Intrattenimento

Sono molto felice. Oggi ho conosciuto Roger junior. Ma andiamo con ordine.
Alla nascita dei miei fratelli Davide e Matteo mia mamma ha deciso che la famiglia era sufficinetemente numerosa da non voler nessun ( altro ) animale per casa.
In effetti io ho accettato con rassegnazione la sua decisione visto l’unico disastroso precedente- due pesci rossi che all’ennesimo tentativo di suicidio gettandosi dalla vasca, ho liberato nello stagno del parco di Voltri –
Da allora ho trovato molto più consono che fossero gli animali a scegliere la mia famiglia e non viceversa.
Così è iniziata una lunga serie di conoscenze, alcune durature, altre tempestose.
C’è stato Jack il Gabbiano (anche se quello prediligeva mia mamma) si metteva sull’angolo del poggiolo della cucina e aspattava che qualcuno gli desse un po’ di pane, non sò che fine abbia fatto, mi piace pensarlo in qualche spiaggia Caraibica…
Poi c’è stata la famigliola di rondini che ha nidificato sempre sul poggiolo della cucina – in effetti ora che c penso tutti i volatili hanno sempre preferito quel poggiolo lì…- beh, quelli si sono proprio offesi perchè mia mamma di loro non ne voleva proprio sapere: scagazzavano troppo. Quindi hanno traslocato in fretta e furia verso Cefalù, in Sicilia. (Non chiedetemi come faccio a sapere dove sono).
Poi c’è stata Brigitta la Rana, nel giardino all’Elba. Con lei è stato un rapporto felice e duraturo. L’ho vista crescere.
Era poco più di un girino quando l’ho incontrata poi, l’ultimo anno, quando sono corsa ad Agosto a scostare l’asse di legno per salutarla, quasi mi è preso un colpo: altro che Brigittina, era diventata enorme. Abbiamo parlato un po’ e a malincuore ho concordato con lei che era ora che traslocasse nel prato difronte, ormai era diventata grande. Ancora ora però, nele calde serate estive, mi canta le serenate dal prato, in mezzo ai suoi numerosi amici.- Per lo più cicale in effetti, credo abbia qualche strana inclinazione..bah.-
Ma veniamo al terrazzo della sala, dunque, lì c’è stato
Peter il Ragno, non amo parlare di lui perchè ho un terribile presentimento. Viveva beato nel geraneo rosso poi, da un momento all’altro, è sparito senza lasciar traccia. Mia mamma non lo ha mai ammesso, ma io ho il fondato sospetto che lo abbia ucciso lei. Spietata assassina.
Ora arriviamo a
Roger. Roger il Geco era il miglior amico di Peter, convivevano pacificamente, ognuno aveva il suo pezzetto di terrazzo. Roger mi stava particolarmente simpatico per la sua attitudine di prediligere le giornate calde di sole e starsene lì spiaccicato sulla parete ad arrostire. Poi è arrivata la scorsa primavera e con lei il momento del risveglio dal lungo letargo, ma passavano i giorni e di Roger, neppure l’ombra. Un po’ ero preoccupata, un po’ offesa: temevo avesse traslocato senza dirmi nulla. Oggi è svelato l’arcano. Stava accudendo Roger Junior. L’ho conosciuto oggi, è tenerissimo, un po’ timido ma per dinci, ha ragione, ci conosciamo appena! Non so se Roger Senior sia passato a miglior vita, terrò d’occhio i movimenti sul terrazzo e vi farò sapere, per ora: ben arrivato Roger Junior !

p.s. sto seriamente pensando di non rendere più pubblico il mio blog, qualcuno potrebbe pensar male delle mie chiaccherate con bolide o con i miei piccoli amici, ma io lo so, miei cari lettori, che voi mi capite! Besos.



Il_mio_bolide
23/02/2007, 12:06
Filed under: Senza categoria

Ciao! Ho aggiunto due foto del mio bolide,
in realtà sono per la Sere,
per intimidire proiettile e ronzinante prima della grande rally!!!!
Dovete sapere che io e la mia mini siamo andati dapperttutto,
dal mare ai monti…inseparabili.
Chi mi conosce bene dice che non mi potrebbe vedere su nessun’altra macchina!
Vi consiglio di dare un’occhiata al post della Sere sul suo proiettile verde: è spassosissimo!
Un baciotto.

P.S. Chi ha il mio contatto messenger avrà notato che è tornato il sul mio nome dopo giorni e giorni di fulmini e saette…finalmente ho consegnato il libretto in segrateria…mai più esami nella mia vita, almeno ad ingegneria!



Vecchie, care cabine telefoniche
19/02/2007, 21:12
Filed under: attualita'

Ieri passeggiando per Varazze con Andre mi è capitato di vedere in un barretto sulla passeggiata il simbolo della cabina telefonica. Ve lo ricordate? Quello che sembra un divieto di transito con al centro una cornetta rossa. E’ stato come captare un messaggio dal passato. Dentro al bar la cabina era tristemente sparita, del resto, chi l’avrebbe più usata? Mi è venuto in mente che una volta si usciva di casa senza alcun tipo di trovapersoneistantaneo, ora, invece, se mi dimentico il cellulare mi viene una specie di crisi d’ansia e devo tornare a prenderlo. Anche perchè una volta si organizzava tutto da casa, io me lo ricordo, chiamavi le tue amiche, ci si concordava su posto e orario e finiva lì. Ora siamo quelli dell’ultimo minuto, del tutto_subito_ora. Cioè, ci sono anche dei vantaggi, tipo ti perdi e non finisci a girare inutilmente un’ora, fai tardi e puoi avvisare ecc ecc. Ma non ho potuto fare a meno di ricordare che sino a qualche anno fa, quando ero all’Elba (non ho il telefono fisso là), alla sera si andava a chiamare i nonni dalla cabina. Certo attendevi delle mezz’ore per telefonare tirando accidenti su quella davanti che chiamava il fidanzatino ma, alla fine, era un momento di vita sociale. Era aggregativo. Alcuni degli attuali amici di famiglia li abbiamo conosciuti così, in coda per telefonare. Promuovo il progresso, certo, ma con un filo di melanconia per il passato. A pensarci bene essere sempre raggiungibile 24 ore su 24 è addirittura irritante, pensateci, è anche invadente. Ok, puoi spegnerlo, ma poi i premurosi operatori telefonici ti mandano un messaggino: "34vattelapesca ti ha cercato alle ore xx:xx". Oppure, ancora peggio, "l’utente non è al momento disponibile, rimanga in attesa per prenotare la richiamata non appena sara dinuovo acceso". Eh allora! Dov’è finita la privacy? Siamo intesi, la prossima volta che dimenticherò il cellulare niente panico: solo un bel colpo di fortuna!


E dinuovo fuggo
16/02/2007, 10:04
Filed under: Adelaide's diary

Mi rendo conto di essere felice per una forma di egoismo che mi fa fuggire dalla realtà. Mi è già capitato un’altra volta prima. La mia empatia mi costringe ad una forma di autoprotezione, in realtà non voglio accettare una situazione troppo dolorosa. C’è speranza finchè c’è vita ma la malattia a volte è peggio della morte. Se non volessi vedere dinuovo quei sintomi , se non volessi veder soffrire una delle persone più importanti per me proprio nel momento in cui dovrebbe essere più felice? Dove la trovo la forza di dare il mio aiuto. L’ultima volta che ho mentalmente e fisicamente rifiutato un dolore, sono riuscita a respingere così con forza quelle parole da autoconvincermi che fossero false. Quando ho trovato il coraggio di farmi viva, la laucemia l’aveva portata via qualche ora prima. Quando si dice non rimandare mai a domani sembrano sempre tutte baggianate, eppure qualche volta di tempo, poi, non ce n’è più. Allora uso questo blog come aiuto a me stessa, come sostegno a me stessa. Ricorda, Fra..La vita è un dovere, compilo. La vita è tristezza, superala…
Mi viene in mente quando ero una piccola AVO e ho incontrato una grande AVO, lei aveva prestato 40anni di servizio con malati terminali, mi ha lasciato un foglietto che è gelosamente custodito nella mia agenda. C’è scritto questo:

IO SONO IL MALATO TUO PADRONE E SIGNORE
– Onorerai la dignità e la sacralità della mia persona.
– Mi servirai come madre affettuosa e tenerissima,
con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua intelligenza,
con tutta la tua fantasia,
con tutte le tue forze,
con tutto il tuo tempo.
– Ricordati di dimenticare te stesso.
– Non commettere distrazioni.
– Non uccidere la mia speranza con la fretta,
l’irritazione, l’impazienza.
– Desidera fortemente la mia guarigione.
– Non esitare ad impossesarti della mia sofferenza,
quando non puoi togliermi il dolore,
almeno condividilo.
…e quando avrai fatto tutto quello che devi fare,
NON SCORDARE DI RINGRAZIARMI.

Questo è quello che dice la sua splendida preghiera.
Mi chiedo solo, ne sarò capace?



“Progetto unità di strada”
13/02/2007, 14:05
Filed under: Arrabbiature cosmiche

Venerdì 9 Febbraio, ore 14.10, stazione Milano Centrale. Già provata da una dura settimana e da uno sciopero non dichiarato del personale trenitalia, decido partire prima e quindi arrivo a Milano con una mezz’ora d’anticipo sul mio programma iniziale. Nessun collegamento utile per Magenta quindi mi rassegno all’idea di dover aspettare pazientemente Andre che esce dal lavoro alle 14.00 e deve affrontare il traffico milanese per poter arrivare a prendermi in Centrale. Esco dalla stazione e mi posiziono nel parcheggio appena fuori, dopo le bancarelle. In una distanza di una manciata di passi dall’uscita mi vedo catapultata nella più degradata realtà cittadina. Dentro alla stazione schiere di poliziotti e carabinieri nulla facenti, appena fuori barboni, drogati, alcoolizzati, la maggior parte extracomunitari di ogni tipo. Sono in pieno giorno nel centro di Milano e ho paura, sono anche giovane e carina per cui attiro gli sguardi dei più. Mentre realizzo di dover tornare dentro alla stazione, provano ad avvicinarmi un paio di questi individui, lascio a voi immaginare con quali intenzioni, a quel punto, per fortuna, due ragazzi italiani si accorgono della mia difficoltà- avevo anche 2 borse pesanti quindi ero impacciata nei movimenti- e corrono in mio aiuto. Mi offrono di aspettare con me l’arrivo del mio ragazzo, io accetto di buon grado. A quel punto chiedo loro come si possa essere finiti in questa situazione, in piena milano, aver paura come nel bronx newyorkese e loro mi indicano un camper scassato parcheggiato proprio a un paio di metri da noi. Una lunga fila di malviventi aspettano "qualcosa". Ho già il telefono in mano per chiamare i carabinieri quando i due ragazzi sorridono alla mia ingenuità e mi rassicurano: quello è un servizio della asl. Dunque, il servizio di cui parlo si chiama "progetto unità di strada", il link dove potrete saperne di più è:

http://www.asl.milano.it/droga/drogaunitastradanuovo.asp

Questo progetto è promosso dalla asl di Milano e finanziato dalla regione Lombardia. Si tratta di 2 camper con 2 operatori a bordo ciascuno, che 5 giorni alla settimana offrono "un servizio sul territorio" che prevede la distribuzione di siringhe sterili, tamponi disinfettanti e fiale di Narcan (metadone) ai drogati.
Ognuno rifletta per conto suo questo servizio, per quanto riguarda me, mi sento offesa. Dal 1999 si spendono i nostri soldi per dare sirighe e metadone a drogati, io, invece, se devo farmi delle punture di antibiotico, le siringhe le pago, eccome.
Ma come se ciò non bastasse, si spendono risorse quali benzina (nel traffic
o milanese 5 gg su 7….fatevi i conti) perchè questi drogati non debbano fare la fatica di andare sino in ospedale. Senza considerare che una stazione è anche un luogo di passaggio di ragazzini ed anziani che, come me, non si sentono di certo al sicuro nel dover affrontare uomini in crisi di overdose per andare a prendere un treno. Ora concludo con un’utima riflessione: se vivessimo in una società così ricca ed evoluta da poter devolvere dei soldi in aiuto di disadattati, potrei accettare questa linea di comportamento ma vi ricordo che il nostro presidente del consglio ed il nostro ministro della sanità ci hanno informato che i conti pubblici sono allo sfacelo e che quindi sono state aggiunte nuove tasse ai cittadini. Mi rendo io stessa testimone del fatto che, appena un mese fa, ho dovuto effettuare delle analisi del sangue e, in aggiunta al ticket di 30 euro per compartecipazione alle spese per il servizio erogato, ho pagato 20 euro di nuove tasse finanziaria 2006. Ma se non ci sono i soldi per pagare le analisi del sangue ad onesti cittadini, come mai ci possiamo permettere di fare una servizio a domicilio ai drogati????



La mia rabbia
07/02/2007, 17:46
Filed under: Arrabbiature cosmiche

Tg dell’una.

Prima notizia: probabilmente l’assassino del poliziotto ucciso a Catania è addirittura minorenne.
Seconda notizia: per l’italia spuntano scritte sui muri che inneggiano a questo atto di violenza.
Terza notizia: tra i giovani della Milano bene sta fiorendo la moda di concludere la serata pestandosi, perchè è divertente e "fa fico".
Non sono casi sporadici e isolati, è un fenomeno sociale. Sono forse più preoccupata che arrabbiata. Sono indignata.
Cercherò ora di non fare della retorica ma, nel mio piccolo, di esprimere il mio disagio con un’analisi razionale di questa società. Mi sento di far parte di una generazione che non ha nulla a che fare con i "nuovi giovani". Ho solo 25 anni ma faccio parte di quella generazione che al pomeriggio andava ai giardinetti anzichè davanti alla play station, avevo le ginocchia sbucciate anzichè le crisi epilettiche davanti a zombie ai quali devi far saltare la testa. Sì perchè "ai miei tempi" -è chiaro che sono ironica- non ti sognvi neppure di rispondere male ad un professore se non volevi finire sospeso o peggio espulso dalla scuola e, se non ero preparata adeguatamente, mia mamma mi spediva a scuola con un calcio nel didietro, mi prendevo il mio 3 che se non recuperavo entro fine giugno, addio vacanze. Ora quello che sento sono ragazzini che bigiano la scuola, che si uniscono a compagni più grandi, che seguono le loro ideologie perverse, perchè pippare cocaina o calarsi qualche pastiglia fa troppo fico. I loro luoghi comuni sono oramai tristemente noti: il poliziotto, carabiniere, ma anche il controllore del treno, o chiunque lavori per controllare il rispetto delle regole, sono semplicemente il nemico da ingannare, combattere, picchiare, e perchè no, uccidere. C’è chi grida 10 100 1000 nassyria e chi scrive sui muri "un cuLLotto in meno". Dall’altra parte però, c’è anche chi controbbatte "dovremmo permettere ai poliziotti di sparare dritto sulla folla". La vogliamo smettere con questa perversa idiozia dilagante? Cosa ci fanno dei ragazzini di 14 o 15 anni a tirare pezzi di lavandino su ragazzi poco più garndi di loro che hanno deciso di indossare una divisa e lavorare al servizio del loro paese? Come si può pensare di sparare su un sedicenne? Cosa fanno i genitori, gli insegnanti? Cosa fa la nostra società per impedire tutto ciò? Si perchè io accuso la società in primis, sembra che stiamo precipitando in un baratro dei corsi e ricorsi Vichiani. Al posto di migliorarsi stiamo regredendo. Dov’è il ruolo delle scuola, dove sono materie tipo diritto, etica, educazione civica, voi l’avete mai studiata la costituzione Italiana alle scuole medie o al liceo? Io no, me la sono dovuta leggere da sola. Come si fa a costruiire una forte identità condivisa senza insegnare ai più giovani quali sono i valori e gli ideali della nostra società in cui possano identificarsi? Li perdiamo permettendo a disadattati di trascinarli a se incontro ad una follia distruttiva. Perchè ci sono alcuni ragazzini, fortunati, che finiscono in carceri minorili e altri, meno fortunati, che finiscono in una corsia di psichiatria a lunga degenza senza alcuna speranza di uscirne visto che il loro cervello è ormai irrimediabilmente danneggiato per la droga. Provare per credere, fate volontariato e vedrete genitori al capezzale di un figlio ameba che come prospettiva di vita ha la vegetazione. Non sono favole: è la realtà attorno a noi. Quindi ci sono questa schiera di ragazzi più o meno grandi che, non integrandosi in una società che non sentono propria, coltivando un vuoto cosmico, sputano su quella stessa società che da loro libertà, istruzione, sanità per identificarsi in gang di drogati, alcoolizzati, violenti, che prendono qualsiasi pretesto per buono pur di creare disordini. Concludo il mio disperato appello con un ultimo argomento che mi sta molto a cuore: l’alcool e la guida. Una professoressa di ragioneria mi ha raccontato che c’è stata una campagna di sensibilizzazione agli incidenti stradali nelle scuole; quel che è venuto fuori è stato che sebbene ogni ragazzo avesse un’esperienza diretta o indiretta di qualcuno che ha subito danni permanenti oppure ci ha lasciato la pelle per un incidente, spesso e volentieri causato dall’alcool, tutti hanno anche ammesso di superare i limiti di velocità o di essersi messi alla guida da ubriachi. Sì perchè tanto le tragedie si sentono solo al tg ma non capitano a noi, sembra che debba succedere sempre a qualcun altro. Allora vi darò un dato certo che proviene dai miei studi di economia sanitaria. esistono le cosidette piramidi della vita:

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Paesi sottosviluppati      America                         Italia

Le crocette sono la mortalità, come vedete la mortalità infantile nei paesi del 3^mondo è tristemente alta, mentre in un paese sviluppato l’andamento dovrebbe essere più o meno a torre e, progressivamente, all’aumentare dell’età, aumentare anche la mortalità. Ecco che l’Italia ha un picco di mortalità nella fascia di età tra i 16 ed i 25 anni. la prima causa di morte di questi giovani sono gli incidenti stradali, spesso dovuti ad alcool. Patente a punti, bracialetto con entrata gratis nelle discoteche per i guidatori che non bevono, sono solo timidi tentativi del governo di limitare questa scia di sangue. Ora, perchè in America ciò non succede? Perchè le leggi sono diverse. Non succede, come da noi, che se bevi 2 bicchieri di vino a tavola t fanno mazzo così, ma se ti beccano alla guida che sei DAVVERO ubriaco o che superi i limiti di velocità più di un tot, la patente NON LA VEDI PIU’!!! Nessun governo di destra o di sinistra ha mai attuato delle leggi severe ma giuste per fermare questo scempio. Non ho idea di che enormi interessi economici ci siano dietro ma io sono dell’idea che occorrano leggi tanto severe quanto severe sono le conseguenze da un atto sconsiderato come guidare a folli velocità completamente ubriachi. Svegliamoci, svegliamoci ora, prima che sia troppo tardi! Non ho mai pippato cocaina, e non ho mai guidato ubriaca, e ne vado fiera.



Quando il tuo ragazzo ti sovrasta di più di 20 cm…
05/02/2007, 16:34
Filed under: Intrattenimento

Probabilmente sto iniziando a soffrire di qualche complesso di inferiorità. E’ la cosidetta sindrome delle bassottelle. Dunque, i sintomi sono molteplici: per baciarlo occorre tirargli il colletto della giacca e allungare il collo fino a diventare una giraffa, dolori lancinanti a piedi e polpacci causa tacchi di 8 cm, quando in un pub c’è sedia o panca dover scegliere la più alta delle due se nn vuoi sparire sotto il tavolo, ma soprattutto: come si fa ad essere certe che, durante un tenero abbraccio, il suo sgaurdo non sovrasti oltre la tua testa indugiando su qualche gentil donzella dietrodi te??? A sto punto vi chiederete: ma quanto sei bassa, ehm, alta? Vi risponderò, non sono neppure troppo piccola, 1,65m , il guaio è che lui invece è 1,86m. Va ancora bene che cammina tutto storto e con i piedi a papera. Non che lui mi faccia pesare questa cosa ma quando per specchiarsi in camera mia deve inarquare la schiena e accucciarsi sulle gambe, allora la cosa diventa quasi divertente: dice che i mei specchi servono per assicurarsi di non avere le ascelle pezzate quando si esce di casa. Allora tutta mogia vado a miagolare dalla mamma e lei prontamente mi risponde: io sono alta 1.50 ma ho acchiappato tuo papà che è 1.80 e ho fatto 3 splendidi figli come voi. Allora felice apro la scarpiera e indosso le mie ballerine preferite, del resto si sà, il vino buono è nelle botti piccole, e i piedi ringraziano!

p.s. mi rendo conto che la qualità del mio post rasenta l’idiozia ma lo sapete, tutto pur di non studiare!baci.